Dolomiti di Zoldo

Si inizia con uno dei monti minori dello Zoldano, che partendo dalla Forcella Cibiana portano alla vetta del Monte Rite, sulla cui sommità è presente un ex forte della seconda linea della Grande Guerra, oggi ristrutturato e recuperato a museo della montagna su iniziativa di Reinhold Messner.
Come capita frequentemente, le vette minori sono un punto di osservazione privilegiato sulle vette circostanti, in questo caso, oltre all'intera Val di Zoldo, il Pelmo e l'Antelao. Ed una volta in vetta sarà d'obbligo una visita al museo, dedicato alla roccia che costituisce queste splendide montagne.

Nel pomeriggio trasferimento in albergo, cena e pernottamento.

Oggi ci sposteremo a Sud, in Val Prampèr, che costituisce l'accesso settentrionale al Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
Una giornata di recupero dalle fatiche del giorno precedente, nella quale risaliremo la regolare mulattiera della Val Prampér, avendo come panorama di giornata le rocce dello Spìz di Mezzodì e di Cima Prampér sulla sinistra e del Castello di Moschesìn sulla destra.
Una volta giunti ai pascoli della Malga di Prampér punteremo alla Forcella di Moschesìn, dove sono presenti i ruderi di un ricovero militare, e da lì alla facile cresta erbosa che culmina nella panoramica Cima de le Balanzòle.
Tornati alla forcella, chiuderemo un anello passando dal Rifugio Pramperét e da lì per mulattiera di nuovo verso il fondovalle.
Bosco, pascoli e ghiaie in una giornata di passaggio a nuove avventure.

Giornata di boschi per ammirare le vette da sotto, questo trek parte dal paese di Pralongo per condurci ai piedi delle Cime di San Sebastiano (2488 m e 2420 m).
Salendo passeremo dal villaggio semi abbandonato di Colcevèr con i suoi tabiai in legno, e poi toccheremo il piccolo lago di Al Vàch, prima di risalire il vallone che incide il bastione roccioso che porterà all'estremità orientale dell'altopiano Sòra'l Sass.
Un ultimo sforzo permetterà di arrivare al piccolo bivacco della Baita Angelini, struttura in legno utile come ricovero  in caso di maltempo e da cui godere della vista sulle montagne della Val Zoldana, in particolare Spiz e Bosconero.
E dopo il pranzo il rientro, dopo un primo tratto in comune, avverrà seguendo il corso del torrente Malisia

Partendo dalla frazione di Pécol, a brevissima distanza dal nostro albergo, ci dedicheremo al Sentiero Tivàn, tracciato nel 1910 per facilitare l'approccio alla via normale di salita alla Civetta, passando dal Rifugio Sonino.
A noi non servirà per salire in vetta ai 3220 della Civetta, che presentano difficoltà alpinistiche, quanto invece per godere dei versanti orientali delle Rocchette e della Grande Civetta con i suoi torrioni settentrionali.
Risaliremo la Val Civetta per poi trovarci ad attraversare valloni, crinali rocciosi e colatoi, per giungere al Rifugio Sonino al Coldài (2132 m), prima di scendere  a Malga Pioda ed infine nel bosco fino a Pécol Vecchia.
Parecchia roccia, ed un breve tratto attrezzato, per un'escursione sopra i 1000 di dislivello.

Così è chiamata la Nord della Civetta, la parete delle pareti, ed una ragione dovrà pur esserci!
Per ammirarla ci sposteremo in auto attraverso il Passo Staulanza nell'Agordino, ad Alleghe, e da qui guadagneremo quota prendendo gli impianti di risalita fino ai Piani di Pezzé.
A questo punto partiremo a piedi per un tracciato che all'altezza del bel laghetto di Coldai si innesta sull'Alta Via n.1 delle Dolomiti e passando sotto alla Nord della Civetta ci condurrà al Rifugio Tissi, meta di giornata.
Il rifugio sorge sul Col Reàn, dalla cui cima che è posta poche decine di metri sopra e che varrà la pena di percorrere, sarà possibile gettare lo sguardo sulla Val Cordevole, su Alleghe ed il suo lago ed in lontananza sul gruppo del Sella e sulle Tofane.
Dopo un meritato riposo e le foto ricordo, lasciati gli occhi al rifugio torneremo sui nostri passi sulla stessa via dell'andata.

E' il giorno del Pelmo (3168 m), attorno al quale effettueremo un lungo anello, dal dislivello contenuto, ma tutt'altro che banale.
I ghiaioni scendendo verso la nord di Pelmo e Pelmetto, col nevaio sottostante, ed un tratto attrezzato su roccia prima della Forcella d'Arcia, rendono difficile questa escursione altamente remunerativa sia per gli ambienti attraversati, molto vari ed a tratti severi che sarà possibile cogliere durante l'anello, che per le inquadrature su Val Fiorentina, Alto Cordévole, Cadore e Ampezzo.
Il clou di tutto il trekking!

Uno dei più affascinanti Vant dolomitici, questo anfiteatro racchiude al suo interno tanti tesori preziosi per gli escursionisti, e rilevanti fenomeni carsici, come solchi glaciali, fessure, inghiottitoi.

Insomma, una giornata di fatiche glaciali, risalendo tra rocce e detriti al cospetto dei 2800 m della Moiazza!

Ultimo giorno di trek su una modesta elevazione, il Monte Crot che si trova ad Ovest del P.so Staulanza e mette in comunicazione la Val Zoldana con la Val Fiorentina.
Panorami splendidi che si aprono appunto sulla Val Fiorentina e sui rilievi di Pelmo e Pelmetto, che fronteggiano il Crot sul lato opposto del passo.
Su questa montagna sono ancora visibili resti di baracche e camminamenti, testimonianza di postazioni di vedetta realizzate durante la prima guerra in previsione di uno sfondamento della prima linea con conseguente discesa degli austriaci verso la pianura.
Quindi dopo un saluto a queste montagne si ridiscenderà al passo, dove al Rifugio Staulanza ci aspetterà una bevuta conclusiva a chiudere questo trek e la ripartenza verso casa.

Ore 14.30 partenza per Milano con arrivo previsto per le ore 19.00